Pittore polimaterico, sperimentale. Visualizza con rigore figure geometriche, mappature di segni ricavati da una narrazione di sovrapposizioni e “svelature”.
In un’articolazione di superfici, risolte in rilievi e tracce entro una ricercata e calibrata visione, armonizzata nel colore e nella tessitura di spazio e segno.
Geometria e colore.
La sua ricerca è ascrivibile a territori propri delle correnti astratte, informali, del secondo Novecento, ma certamente rivedute e trascritte per interagire con una segnaletica estrapolata dalla materia, vero alter del pittore, che si palesa in astrazioni ludiche e libere.
Emerge la geometria come figura di scrittura che, nella sua essenza, elude la visione mimetica.
La pittura cosiddetta astratta in generale adotta la lingua del simbolo, geometrico o organico, per filtrare, distillare, astrarre dal consueto, dal noto, l’insolito, la variabile delle emozioni.
E’ una pittura che tende a cogliere il caso, l’imprevisione , la ricchezza del frangente. Astrazione che diviene percorso e processo intellettivo.
Le partiture materiche trovano, entro formati quadrati o rettangoli, disposti come cifre codificate, l’eco in metafore di significati emblematici dell’armonia universale.
La materia plasmata appare criptata entro la nuda grammatura del giusto peso.
Il pittore media tra forma e informe, affidando al colore l’efficacia del suo messaggio, volto alla ricerca di una “Bellezza” a priori rispetto al suo dire.

 

Ottobre, 2010 Maria Grazia Martina